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ELEZIONI EUROPEE: L'OPERAZIONE TSIPRAS E LA POLITICA

(5 Gennaio 2014)

tsiprpol

Alexis Tsipras

".....Del resto quando parlammo alla delegazione di Syriza in visita ufficiale alle forze politiche italiane, guidata dal segretario di Tsipras, Niko Pappas (incontro che si tenne ospitati dal Prc), fummo molto chiari (Musacchio, Viale ed io -Alfonso Gianni, NdR) su due punti: lista di cittadinanza (ovvero il contrario di cambiare si può) e non semplice allargamento del Prc a esterni; tentativi di allargamento della lista a esponenti del mondo liberal italiano anche se non strettamente di sinistra....."

Su questo blog, subito dopo le elezioni politiche, venne lanciata una ipotesi per le elezioni europee, quando ancora queste erano fuori dall'orizzonte politico dei più:
http://sinistrainparlamento.blogspot.it/p/blog-page_27.html

Nasceva dall'idea che alla crisi imposta dal Capitalismo non potessero essere sufficienti le risposte date dalle forze di opposizione nazionali, pertanto l'impostazione era strategicamente collocata e internazionalista.

Oggi apparentemente, SOLO apparentemente, una ipotesi simile sembra affacciarsi.
Consisterebbe nel proporre una "lista di cittadinanza" che appoggi Alexis Tsipras.
Ma è solo apparenza, come ben si evince dagli articoli i cui link sono stati già evidenziati in un articolo precedente, e che prosegue in queste ore in altre interviste, come quella di G. Chiesa: http://www.youtube.com/watch?v=-Rz4H_RT_0s

O come, ancor più chiaramente si comprende negli scritti di Alfonso Gianni, magna pars in questa vicenda, e in particolare dalle sue parole scritte in un post della sua pagina:

".....Del resto quando parlammo alla delegazione di Syriza in visita ufficiale alle forze politiche italiane, guidata dal segretario di Tsipras, Niko Pappas (incontro che si tenne ospitati dal Prc), fummo molto chiari (Musacchio, Viale ed io) su due punti: lista di cittadinanza (ovvero il contrario di cambiare si può) e non semplice allargamento del Prc a esterni; tentativi di allargamento della lista a esponenti del mondo liberal italiano anche se non strettamente di sinistra....."

Gli obiettivi circa quale elettorato solleticare, a mio modo di vedere, si commentano da loro.



Dove nasce l'ipotesi di Tsipras?
Ecco la cronologia che lo stesso Gianni ci rammenta:
".... Insieme a una delegazione di Alba avemmo un incontro con una delegazione ufficiale di Syriza nella sede nazionale del Prc, che gentilmente ospitò questo incontro e vi partecipò seppure in funzione di collegamento, l'11 ottobre 2013. Nel corso di quella giornata la delegazione di Siryza, guidata da Nikos Pappas, persona molto vicina a Tsipras incontrò diverse forze politiche italiane e personalità, fra cui certamente Sel, M5Stelle, Fausto Bertinotti e probabilmente altri che non so.
L'obiettivo esplicito della delegazione greca era tastare il terreno per valutare la praticabilità di una lista che appoggiasse la candidatura di Tsipras alla commissione europea.
La discussione si orientò poi sui caratteri di questa lista che dovevano andare anche al di là della tradizionale sinistra radicale.
In quel contesto feci il nome della Spinelli, e di altre figure possibili, che aveva da poco scritto un articolo su Repubblica in cui elogiava il programma di Tsipras, incontrando il favore della delegazione greca.
Da lì partì i lavoro di una presa di contatti di varie intellettualità che è poi sfociata nell'intervista della Spinelli, cui altre tra pochi giorni seguiranno, sempre sul giornale greco. Il tutto indipendentemente dal congresso del Partito della Sinistra europea, al quale la delegazione di Alba venne invitata come semplice osservatore, come è ovvio."

A che punto siamo rispetto all'epoca del nostro appello?
Tralasciando la vicenda del PRC, ancor oggi senza un segretario e con una scissione probabile alle porte, e che le condizioni generali dell'economia reale si sono maggiormente aggravate, in Italia come in Germania, sembra esservi spazio per la costruzione di Ross@, una organizzazione politica che potrebbe prendersi uno spazio oggi reso completamente libero dall'avvitamento su minuscoli perni della cd sinistra radicale.

Siamo -infatti- nell'assenza completa di un soggetto strutturato che si ponga obiettivi alternativi (al massimo, come si può leggere nei vari articoli di appoggio alla "lista di cittadinanza" si cerca di rendere "più umano" e "meno assassino" un sistema che l'Europa ha sposato in pieno, quindi -seppur con parole altisonanti- nulla di realmente fuori dal sistema dato e impostoci.

Non temo risultati elettorali che raccolgono modesti consensi (ammesso che questa sia la misura con la quale valutare l'efficacia di una visione alternativa, specie in una fase in cui le leggi elettorali vanno restringendo sempre di più, sino a cancellarlo, il concetto di rappresentanza). Ipotetici modesti consensi che comunque avrebbero una valenza completamente diversa dagli esiti disastrosi di operazioni politicamente mostruose come la Sinistra Arcobaleno o Rivoluzione Civile, sulle quali ci siamo dilungati oltremodo in questo blog.

Temo molto di più l'assenza di una strutturazione politica organizzata utile a promuovere una identificazione di classe, che faccia egemonia e proposta poggiando le basi su di un pensiero autonomo e alternativo al sistema dato.

Non ho dubbi che sarà praticamente impossibile convertire -in tempi brevi- la rotta di un processo messo in moto dalla crisi imposta dal capitalismo.
Crisi e capitalismo che assumono in se' non solo la degenerazione profonda delle condizioni materiali delle persone ma anche l'ovvio restringimento, sino ad annullarlo, della minima espressione democratica (anche di stampo, questo sì, liberal) a favore di una sempre maggior richiesta (indotta) di una figura salvifica e di un processo di tipo autoritario.
Autoritarismo per altro già operante, magari surrettiziamente, perché né codificato né tanto meno riconosciuto, ma invece apparentemente "popolarmente condiviso" grazie alla comunicazione (unidirezionale) di tipo mediatico o alla creazione di eventi -si pensi alla primarie.

Ma sono anche certa che persino nella peggiore dittatura vi è spazio e modo per una proposta fuori dal sistema imposto.

Questo, a mio modo di vedere, è il vero nodo della questione, ben a prescindere dall'appuntamento elettorale europeo.

Patrizia Turchi

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