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Ciao Oscar

(24 Marzo 2005)

Il compagno Oscar Bettio è morto qualche giorno fa.
La redazione de Il Pane e le Rose lo saluta con questo ricordo.

Di ritorno dal suo viaggio in Cina, Oscar fece, come d’uso, una relazione ai compagni marxisti-leninisti del Veneto.
Fu una relazione spietata nel la sua sincerità. Oscar non nascose nulla della povertà che aveva visto, della arretratezza tecnologica delle fabbriche che aveva visitato, delle condizioni pessime in cui gli operai cinesi lavoravano.
Noi eravamo tutti sconcertati.

Ma ecco che Oscar prese a riferirci – con quel suo modo di parlare in dialetto ricco di esempi semplici e incisivi – di come gli operai cinesi combattevano contro le esalazioni dei collanti usati nella lavorazione delle scarpe: erano modalità semplici ed efficaci che nelle nostre fabbriche tecnicamente molto più avanzate non esistevano.

Ma la cosa che aveva più sorpreso Oscar era che questi accorgimenti non erano frutto di innovazioni introdotte dalla direzione tecnica, ma iniziativa dell’assemblea operaia che ne aveva discusso, aveva attuato la sperimentazione, ne aveva curato l’introduzione nel processo produttivo.

Ecco come la classe operaia interveniva sul proprio lavoro.
Ecco come lo slogan, anche nostro, “la classe operaia deve dirigere tutto” tentava di passare tra gli operai cinesi della grande rivoluzione proletaria dall’auspicio alla realtà.

Oscar, non nascondendo nulla delle difficoltà contro cui lottavano i compagni cinesi, riuscì tuttavia, quella lontana sera, a darci fiducia nelle capacità proletarie, nella nostra lotta.

La grande rivoluzione culturale proletaria è stata sconfitta, noi stessi - ci dice il vecchio compagno ricordando Oscar – siamo passati per una serie di sconfitte - ma di fronte alla barbarie capitalistica la nostra lotta, la lotta che e stata di Oscar continua ancora.