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ROMA CAPITALE E TRATTATIVA SULLE PROGRESSIONI VERTICALI: FORTI CRITICITA' DI METODO E DI MERITO

SPINTE E CONTROSPINTE TRA GIUNTA GUALTIERI E SINDACATI CGIL CISL UIL CSA, circa 2050 su 23 mila i papabili

(6 Giugno 2023)

NOSTRE OSSERVAZIONI E PROPOSTA DI FONDO, CONDIVISA DALLE RSU DI ALTRI SINDACATI “DI BASE”

comunicatousi

Dopo 3 incontri sul tavolo trattante a Roma Capitale, sulle progressioni verticali la situazione rimane attuale per i circa 23 mila dipendenti comunali, di cui circa 2050 sarebbero i papabili per l’avanzamento di carriera.
Fermo restando che le criticità rispetto al contratto nazionale Funzioni Pubbliche Locali (applicazione degli articoli 13 e 15) e alla legge non risolveranno i problemi consentendo tutte le progressioni verticali che sarebbero legittima aspettativa dei dipendenti capitolini, ALCUNE RISCHIANO DI AVERE STRASCICHI NEGATIVI ANCHE PER GLI ANNI FUTURI.
Infatti, nella proposta dell’Assessore Catarci a nome della Giunta a sindacati firmatari di CCNL e alle Rsu, delle circa 20250posizionipapabili, rimane uno squilibrio tra gli appartenenti al Corpo di Polizia Locale (vigili urbani), in virtù del loro regolamento interno del Corpo, che prevede l’accesso alla qualifica di FUNZIONARIO DI POLIZIA LOCALE, sia RISERVATO AL PERSONALE INTERNO. Ciò va a discapito dei POSTI DISPONIBILI IN TOTALE PER LE FIGURE DELL’AREA AMMINISTRATIVA, TECNICA, SOCIALE E DELLA CULTURA-BIBLIOTECHE (alle prese con STRUTTURALI CARENZE DI ORGANICO DI FATTO E DI DIRITTO, che potrebbero garantire progressioni di carriera per coloro che stanno da anni in trincea, mentre si procede ALL’ADEGUAMENTO DEL PIANO DI RECLUTAMENTO IDONEO A GARANTIRE IL BUONA ANDAMENTO DEI SERVIZI ALLA CITTADINANZA) si tratta di circa diecimila dipendenti, oltre alle problematiche relative al settore SCOLASTICO EDUCATIVO. Qui ci troviamo di fronte all’intreccio tra la figura e profilo di di COORDINATORE PEDAGOGICO, che andrebbe scorporato dal percorso delle progressioni verticali di cui si discute (con soluzione razionale ed efficiente della MESSA A CONCORSO pubblico, con riserva per metà dei posti al personale interno), dando la CONCRETA POSSIBILITA’ DEL PASSAGGIO IN FASCIA D (ex 7° livello delle vecchie classificazioni del personale), con UN NUMERO MAGGIORE DI POSTI per EDUCATRICI E INSEGNANTI.
Tale operazione dovrebbe essere accompagnata dal riordino di profili e ruoli frammentati e in competizione tra loro, all’interno di UN RAZIONE PROCESSO DI RIORGANIZZAZIONE INTERNA, tra POSES, Funzionari educativi, Coordinatori pedagogici e Insegnanti ed Educatrici in fascia D e Insegnanti ed Educatrici in fascia C (ex 6° livello delle vecchie classificazioni del personale, con possesso del diploma e con maggiore penalizzazione per chi, all’epoca dell’assunzione, aveva bisogno del solo titolo triennale di diploma). Sul personale in fascia C si CARICHEREBBE IL MAGGIOR PESO DEI CARICHI DI LAVORO e delle responsabilità didattico-educative NEGLI ASILI NIDO E NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA COMUNALE. Si creerebbe una disparità di trattamento odiosa, tra il personale da passare in fascia D in possesso di diploma di laurea e con alcune specificità di indirizzo oltre all’anzianità di servizio, con il rimanente personale con diploma che rimarrebbe in fascia C (chi con diploma triennale sarebbe escluso a priori dalla progressione verticale….), il cosiddetto BI-LIVELLO ex 6à-7 livello ora FASCIA C-D, CHE CREO’ 25 ANNI FA AL COMUNE DI MILANO, UN NOTEVOLE CONTENZIOSO SIA GIUDIZIARIO CHE CON VERTENZE SINDACALI, anche mettendo in competizione tra loro educatrici e insegnanti, risolto dopo molte diatribe e con strascichi negativi per una parte del personale dell’area scolastico educativa. La soluzione più razionale e giusta sarebbe di garantire il passaggio in fascia D a tutte, senza operare distinzioni e penalizzazioni, eliminando dall’inizio il contenzioso, all’interno del necessario processo riorganizzativo interno di tutta la famiglia professionale.
SENZA CONSIDERARE I SOLITI “SOLONI”, che vorrebbero subordinate AD UNA PROVA, LA STESSA PROGRESSIONE VERTICALE, ponendo le basi per ulteriori selezioni poco garantiste e POCO TRASPARENTI…sappiamo bene con vanno a finire le prove selettive interne e la gestione dei corsi di preparazione a tali prove….
Soprattutto, visto che le risorse economico finanziarie disponibili non sono infinite, oltre a bloccare i soliti imbrogli con alcuni settori che fanno la parte del leone rispetto ad altri sacrificati nelle trincee del lavoro nel Comune più grande d’Italia e costantemente sotto organico, le gestioni clientelari, VA RIBADITO IN TUTTE LE SEDI NON SOLO SUL TAVOLO DI TRATTATIVA, che il MECCANISMO DELLE PROGRESSIONI VERTICALI SERVE PRIORITARIAMENTE AL RICONOSCIMENTO EFFETTIVO DELL’ESPERIENZA LAVORATIVA E PROFESSINALE ACQUISITA SUL CAMPO, dicesi anzianità di servizio, AD UNA GESTIONE EQUILIBRATA TRA LE VARIE FAMIGLIE ED AREE PROFESSIONALI E ALLA GARANZIA DI UN PROCESSO RIORGANIZZATIVO IDONEO, CHE NON PORTI ALLO SFACELO NEL SETTORE EDUCATIVO E SCOLASTICO.
Anche nella valutazione dei criteri e dei punteggi, come già proposta anche dalle Rsu di Sgb, Cobas e Usb, CON LE QUALI ASSIEME AD RSU INDIPENDENTI E A QUELLE COMBATTIVE DI ALTRE SIGLE SINDACALI AUTORGANIZZATE O DI BASE, E’ NECESSARIO SECONDO USI ENTI LOCALI CREARE L’UNITA’ DI AZIONE CONCRETA E DAL BASSO E L’OPPOSIZIONE AI PROCESSI SELETTIVI E ALLE STORTURE DENUNCIATE, proponendo anche in sede contrattuale negoziale di Ente l’AUMENTO DEL PUNTEGGIO DA ATTRIBUIRE FINO A 50 PUNTI, dando maggiore valorizzazione all’esperienza e anzianità complessiva di servizio, con attribuzione fino ad un massio di 30 punti ai titoli di studio e non più di 20 punti per le “esperienze professionali”, la cui dinamica resterebbe troppo ancorata a meccanismi privilegiati e non trasparenti e ad una valutazione dirigenziale che non valorizzi l’esperienza concreta lavorativa.

OLTRE AD EVITARE CHE VI SIA LA SOLITA CODA DI SUCCESSIVE “INTERPRETAZIONI” TRA AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA E SINDACATI FIRMATARI DI CCNL FUNZIONI PUBBLICHE LOCALI, che riporti il processo di progressione verticale e di legittima aspettativa del personale capitolino, ai soliti vecchi meccanismi di co-gestione, che in passato hanno creato ingiustizie e insoddisfazione.
ANCHE ALL’INTERNO DEL SOGGETTO SINDACALE CONTRATTUALE AUTONOMO RISPETTO AI SINDACATI FIRMATARI DI CCNL, LE RSU, BISOGNA FARSI SENTIRE IN MODO PIU' EFFICACE, COORDINANDO ENERGIE, PROPOSTE E SOTTOPONENDO PRIMA ALL’ASSEMBLEA GENERALE PLENARIA DELLE RSU ELETTE, NON ANCORA CONVOCATA NEMENO SULLE PROGRESSIONI VERTICALI PER AVERE UN ORIENTAMENTO DI MASSIMA DAPORTARE AL TAVOLO NEGOZIALE D ENTE, SIA CON ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE AL PERSONALE, CHE POTREBBE ESPRIMERSI SUL TESTO DELL’ACCORDO SINDACALE CHE SI VORREBBE CHIUDERE ENTRO I PRIMI GIORNI DI GIUGNO 2023, ANCHE CON CONSULTAZIONE E APPROVAZIONE, PURE UTILIZZANDO IL MECCANISMO DEL REFERENDUM PREVISTO ALL’ARTICOLO 21 DELLA LEGGE 300 1970, COME FORMA DI ESPRESSIONE DEMOCRATICA E PARTECIPATIVA.

Vedremo e metteremo a verifica le incongruenze e le difficoltà, proseguendo nell’opposizione dal basso e autorganizzata, contro i soliti metodi di contrattazione negoziale di Ente, per dare un cambio di passo in senso migliorativo, coerente con lo stato di agitazione sindacale non solo comunale ma plurisettoriale, proclamato e in corso dalle strutture Usi dal 6 maggio scorso.
RIPRENDIAMO LA PAROLA, NON RESTIAMO PASSIVI E SILENZIOSI...

USI ENTI LOCALI e Rsu Usi Roma Capitale

2006