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Cosa è successo in Russia?

(28 Giugno 2023)

Negli scorsi giorni si è consumato in Russia uno scontro fra settori di borghesia per il controllo della milizia privata Wagner, impegnata nella guerra in Ucraina e in diversi paesi africani (Libia, Mali, Rep. Centrafricana, Sudan, Mozambico…) a difesa degli interessi dell’imperialismo russo.

L’oligarca Prigozhin ha difeso con le armi in pugno il suo redditizio business, minacciato da Putin che lo voleva assorbire nei ranghi statali. Dopo mesi di accuse, il 24 giugno ha “varcato il Rubicone” e preso il controllo della piazza di Rostov per mettere sotto pressione Mosca. Ma ha trovato la strada sbarrata dalle forze fedeli a Putin. È stato così costretto a trangugiare un accordo che subordina parte dei mercenari della Wagner al Ministro della difesa russo e prevede per sé stesso, in quanto capo degli ammutinati, una sorta di asilo a Minsk.

La retorica dello sciovinista Putin, che si è spinto al punto di confondere la situazione di oggi con quella del 1917, paragonando Prigozhin a Lenin, è stata vergognosa, così come indecente è la politica social-sciovinista dei revisionisti del PCRF.

Le 36 ore di scontro fra Putin e il suo ex collaboratore Prigozhin hanno rivelato che il potere borghese in Russia è minato da crepe e contraddizioni insanabili. È venuto a galla il marciume dello stato russo, organo nelle mani di gruppi di oligarchi capitalisti mafiosi e di brutali “signori della guerra” che si scontrano fra loro imponendo sfruttamento, oppressione e duri sacrifici alla classe operaia e alle masse popolari.

Alle miserie e alla tragedia odierna ha condotto la distruzione della dittatura del proletariato e del socialismo, la restaurazione e il trionfo del capitalismo generatore di guerra, corruzione, fame e miseria.

Da parte loro le potenze occidentali hanno approfittato dello scontro avvenuto in Russia, mantenendo un profilo basso: il gruppo di briganti capitanati da Biden vuole una guerra per procura prolungata per indebolire Putin e dissanguare la Russia, evitando però che finisca fuori controllo in quanto potenza nucleare.

Ma anche in casa loro i problemi e l’instabilità sono gravi: ricordiamo il tentato golpe di Trump contro Biden, la rivalità accanita che c’è dentro l’Alleanza atlantica per le zone di influenza, la spartizione dei bottini di guerra e della ricostruzione, i numerosi eserciti mercenari (ad es. Academi, DynCorp, Vinnel negli Usa, Asgaard in Germania, Gallice security in Francia…), i contractors e i fornitori di “servizi” militari al servizio dei monopoli e degli stati.

La soluzione non è schierarsi con un brigante, sia esso grande o piccolo, vincente o perdente, contro un altro brigante. La soluzione sta solo nelle mani della classe operaia e dei popoli oppressi, che hanno la forza per sconfiggere gli sfruttatori e i guerrafondai.

Perciò non smetteremo di chiamare e partecipare alla lotta contro il “nostro” imperialismo, attualmente guidato dal governo Meloni, che ci vuole trascinare sempre più nell’abisso della guerra e della militarizzazione, così come di fare appello affinché gli operai e popoli di Russia e di Ucraina si stringano la mano e volgano le armi contro i loro veri nemici per stabilire una pace durevole e una cooperazione fraterna, in una nuova società socialista. Per portare avanti con successo questo lavoro serve oggi più che mai il Partito della rivoluzione proletaria, il solo che possa aprire la strada al futuro.

27 giugno 2023

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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