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29.7.2010 - lettera di Eugenio Giordano

(29 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Giovedì 29 Luglio 2010 11:46
Non possiamo più attendere,è necessario decidere!
La situazione del paese sta drammaticamente precipitando. (...)

E' in atto un qualcosa che solo alcuni decenni fa avrebbe visto una sollevazione popolare, la politica(la Sinistra e i Comunisti principalmente) insorgere in Parlamento e il Sindacato proclamare scioperi a catena per dire no ad un disegno ben preciso: la distruzione definitiva della cultura del conflitto che ha visto il nostro paese, attraverso le lotte, conquistare la libertà nei luoghi di lavoro.
Nel corso di questi decenni la controparte, il Padronato, che sembrava passivo e incassatore,in realtà serrava le fila e riorganizzava l’offensiva che avrebbe portato,come sta accadendo,il nostro paese a fare un pericolosissimo balzo all’indietro.
Il Capitalismo e le sue classi dominanti hanno lavorato, in questi anni, ai fianchi, utilizzando tutto quello che era possibile per demolire,innanzitutto,una cultura fondata, essenzialmente, sul collettivismo, la solidarietà e la condivisione della lotta e della prospettiva, costruendo quel tessuto sociale e culturale capace di sviluppare una coscienza di classe.
L’operazione è proseguita nel campo politico dove era, innanzitutto, necessario distruggere ogni pensiero e fermento Comunista e per
questo sono state usate tutte le armi possibili.
Oggi .con la vergognosa decisione di trasformare Pomigliano in un lager dove i diritti,le tutele e, quindi, la dignità sono a concessione,la Fiat sta ultimando l’affondo,realizzando l’obiettivo di rendere le classi lavoratrici sempre più subalterne e ricattabili, ridisegnando regole e modalità di vita, colpendo, attraverso il lavoro, la Costituzione, considerata sempre più una palla al piede,e quindi la libertà.
Si è iniziato dal Mezzogiorno dove il terreno è storicamente “adatto”. Al di là di coraggiose forme di dissenso e ribellioni quello che preoccupa è la non piena consapevolezza della drammaticità del momento sempre più evidente. Sembra quasi che tutto quello che sta accadendo sia un protocollo che vede i vari soggetti partecipanti assolvere a dei compiti e quindi limitarsi a questo.
Sarebbe utile ricordare che si è passati negli anni dalle lotte organizzate e di massa, alle salite sui tetti, alle prime azioni individuali(omicidi). La differenza sta nella progressiva esasperazione.
Spesso nei luoghi di lavoro si spera in un qualcosa che possa succedere,che sicuramente dovrà succedere. Ognuno spera negli altri. Tutti attendono e quando viene colpito qualcuno si tira un sospiro di sollievo perché non è toccato a noi.
Del resto una sollevazione popolare in questo momento e in queste condizioni verrebbe repressa immediatamente,perché mancante dell’elemento fondamentale: l’idea e l’organizzazione.

Ecco il capolavoro del Capitalismo.
In queste ore attraverso un vergognoso accordo, celato,tra governo, padronato e sindacati compiacenti si sta compiendo l’opera di isolamento dell’ultimo baluardo: la Fiom. La Fiom che oltre alla sua azione sindacale spesso si sostituisce alla Politica, portando fuori dalle fabbriche tutta la rabbia, facendo veicolare tra l’opinione pubblica quel sentimento di sdegno,divenendo tra la gente l’unico punto di riferimento esistente ancora.
In queste ore governo,padronato e sindacati discutono sulla “proposta” della Fiat e cioè di uscire dalla Federmeccanica,Confindustria e quindi eliminare ogni vincolo con il Contratto nazionale di lavoro.

E' un golpe!
La Cgil è a quel tavolo e nonostante dichiarazioni “leggermente” differenziate, da Cisl e Uil, ha comunque mantenuto aperta la strada
della mediazione,legittimando, di fatto, una posizione che andava respinta con decisione e con una sola condizione, il ritiro di quella vergognosa decisione.
Intanto nei palazzi della politica, quella parlamentare e non(ahimé), si continua con quel politicismo sterile che allontana sempre più e non interessa più nessuno.

La realtà dura e cruda è questa!
Una realtà che diventa di giorno in giorno sempre più preoccupante e insostenibile. Una situazione che dovrebbe vedere le forze Comuniste, soprattutto, impegnate nella concretizzazione di un fronte comune d’azione e quindi di Resistenza,innanzitutto, su questi punti che possono solo unire. Un segnale questo che darebbe ai lavoratori e al paese fiducia e speranza.
Tutto questo non avviene e allora è naturale chiedersi, almeno come base lo facciamo, se i proclami, i comunicati, gli attestati di solidarietà, dove si invoca l’unità dei lavoratori,non siano solo slogan inutili.
Bisogna dire, però, che se alla parte Politica, quella Comunista e Sinistra alternativa, è da imputare la disgregazione e la difesa di
orticelli, le opposizioni Parlamentari continuano nella solidificata ambiguità. Quale è,ad esempio,la posizione del PD su questa vicenda,visto che alcuni suoi esponenti dicono anche cose diverse? Quale azione concreta è stata fatta in Parlamento e nelle Istituzioni locali dove c’è una maggioranza di centro sinistra?
Si parla anche nel nostro Partito di fare blocco per difendere la Costituzione,i diritti e quindi la libertà nel nostro paese. Ci si dichiara disponibili ad un accordo elettorale su queste basi. Bene, siamo d'accordo. E necessario oggi fare blocco per difendere il paese, ma con chi? Come pensiamo di fare accordi con chi continua con le sue ambiguità su una questione che sta distruggendo la dignità di un popolo? Come pensiamo di fare accordi,anche locali,se non si dice una parola definitiva su queste questioni e si sceglie da che parte stare?

Ma forse sarebbe bene che ricordassimo l’ “Equidistanza”, dichiarata dal PD, sia dai lavoratori che dalle imprese. Vorrà significare qualcosa?
Ecco è da qui che bisognerebbe iniziare una discussione vera,ma soprattutto urgente e definitiva, per essere chiari anche e soprattutto tra noi Comunisti per decidere, finalmente, quale strada imboccare.
Riflettiamo.

Eugenio Giordano

Luglio 2010

www.rete28aprile.it

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