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Radio Generale di Base: per un’informazione dalla parte di lavoratrici e lavoratori

(20 Agosto 2019)

radio generale di base

Tra le novità che abbiamo registrato negli ultimi tempi, vi è la nascita di Radio Generale di Base, un nuovo organo di informazione nettamente schierato dalla parte di lavoratrici e lavoratori. E capace di partire dalla quotidianità dei soggetti sociali che più subiscono le condizioni di precarietà imperanti, per proporre discorsi lontani dal senso comune forgiato dal sistema mediatico ufficiale. Per questo ne abbiamo contattato gli ideatori, cercando di farci spiegare la loro filosofia di fondo, nonché gli obiettivi che intendono perseguire. Nella dettagliata risposta ai nostri quesiti, è emersa anzitutto la consapevolezza dell’importanza della comunicazione nel mondo attuale, con la conseguente necessità, “per le realtà militanti, di dotarsi di strumenti innovativi per facilitare la diffusione degli ideali di lotta e di giustizia sociale”. I nostri interlocutori hanno poi precisato che, a dare vita al progetto in questione, sono stati il Sindacato Generale di Base (Sgb) e l’Unione Inquilini di Bologna, che però hanno coinvolto “un gruppo di giovani attivisti già impegnati” in altre esperienze politiche. Del resto, “un sindacato moderno ed efficiente non può prescindere dall’utilizzo di strumenti comunicativi che siano all’avanguardia, efficaci e adeguati alla nuova società digitale che stiamo vivendo”. Perciò, si ha la volontà “di creare una piattaforma multimediale di informazione, che permetta agli iscritti e alla cittadinanza di restare aggiornati sulla comunicazione sindacale e politica sia a livello locale che nazionale”. Al fine di raggiungere in tempo reale il maggior numero possibile di persone, si utilizzeranno tanto i media tradizionali che quelli affermatisi negli ultimi anni. Un ruolo preminente sarà assolto “dalla web radio” però “supportata da un sito e da social network (facebook, twitter, instagram)”, che offriranno ulteriori approfondimenti e spunti analitici. La presenza dell’Unione Inquilini farà sì che, assieme alle lotte dei sindacati di base, troveranno ampio spazio tutte le notizie legate a quel diritto all’abitare che risulta sempre più violato, nel capoluogo dell’Emilia-Romagna come nelle altre maggiori città italiane. Ma non mancheranno approfondimenti legati alle tematiche internazionali (già ne sono usciti alcuni sulla pagina fb: segnaliamo, tra gli altri, quello sul Brasile pubblicato l’8 agosto). D’altra parte, se tra gli scopi vi è anche quello di “arginare il crescente decadimento della qualità dell’informazione”, non si può prescindere dalla documentazione di quanto avviene fuori dall’Italia. Infatti, raramente tv e giornali di casa nostra fuoriescono da un certo provincialismo e martellante è la loro insistenza sulle diurne sparate dei protagonisti del teatrino politico nostrano (Di Maio, Salvini, Zingaretti e altri consimili – perché in egual misura grotteschi – personaggi). Ma quando accantonano temporaneamente la centralità di questa politica-spettacolo, i media ufficiali di casa nostra non fanno che allinearsi a colossali campagne internazionali volte a preparare il terreno ad aggressioni imperialiste, condotte nella forma dell’intervento militare diretto o con altre modalità. Il sedicente “intervento umanitario” in Libia del 2011, preceduto da bugie di ogni genere e tale da portare alla dissoluzione di quello Stato, è assai indicativo in tal senso. Ma un altro esempio del lavoro sporco svolto dai grandi media italiani è la permanente censura nei confronti delle battaglie portate avanti dal sindacalismo conflittuale e di classe. In questo senso, è ragionevole pensare che Radio Generale di Base si impegnerà a far conoscere le ragioni dello Sciopero del 25 ottobre 2019, indetto da Sgb, Cub, Si Cobas e Usi Cit. Una scadenza, quest’ultima, che merita la massima attenzione, anche per il suo proporsi in quanto momento di lotta capace di coinvolgere a un tempo lavoratori italiani e immigrati e quindi di veicolare un concetto fondamentale: una delle condizioni affinché la classe proletaria riacquisti la sua forza è proprio il rifiuto di ogni divisione interna, a cominciare da quelle fondate sull’etnia e la nazionalità.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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