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ENTI LOCALI, COMUNE DI MILANO: PROSEGUE LO STATO DI AGITAZIONE SINDACALE

LA GIUNTA SALA E IL CONSIGLIO COMUNALE NON RISPONDONO NEMMENO AI SINDACATI CGIL CISL UIL CSA

(2 Ottobre 2023)

Nuovo presidio congiunto dei dipendenti meneghini, dalle 16 alle 19, in concomitanza con il Consiglio Comunale

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Il rapporto tra il Sindaco Sala, la sua Giunta con il personale comunale e le organizzazioni sindacali, si è deteriorato, dopo le proteste dei mesi scorsi. Adesso il silenzio assodante coinvolge anche il Consiglio comunale di Milano, che non ha finora risposto nemmeno alla lettera aperta mandata da Cgil Cisl Uil e Csa, con la richiesta di prestare maggiore interesse e attenzione alle rivendicazioni del personale meneghino, che vanno dal buono pasto e alle vicende dell’indennità di mensa (rimasta ferma da mesi e non ancora risolta positivamente), allo sblocco del percorso assunzionale (le 700 assunzioni già decise e con tanto di accordi sindacali sottoscritti, con un bando che da luglio non è ancora stato pubblicato), comunque insufficiente per coprire i pensionamenti e la “grande fuga” di dipendenti dal Comune di Milano, con dimissioni giustificate con la ricerca di altre opportunità di lavoro in diverse pubbliche amministrazioni e dall’elevato costo della vita in città.
Condizione che si traduce anche nella piattaforma per adeguamenti salariali nel contratto decentrato integrativo, rispetto ai risicati aumenti, spesso con meccanismi premiali e incentivi, dell’attuale CCNL Funzioni Pubbliche Locali (già Regioni Autonomie Locali), agi aumenti non più sostenibili dei carichi di lavoro, per garantire i normali servizi pubblici essenziali a utenza e cittadinanza, collegati alle questioni di piena tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti di Palazzo Marino e dei servizi decentrati. Le riduzioni di personale, sotto la denominazione di “piano di razionalizzazione delle risorse umane”, prese per cercare di tamponare le tante dimissioni arrivate e il normale avvicendamento per pensionamenti, mettono a repentaglio servizi fondamentali, da quelli anagrafici, di stato civile fino a quelli del settore educativo/scolastico, ai servizi sociali di un grande Comune come Milano.
Infatti, come è logico e facile da capire, i carichi di lavoro già pesanti sono aumentati a seguito di pensionamenti previsti e dimissioni di massa (6 anni fa, i dipendenti comunali a Milano erano oltre 14 mila, oggi sono circa 13 mila) e il personale rimasto in servizio, non ha la possibilità materiale di soddisfare le aspettative e le normali prestazioni alla cittadinanza, su diritti disponibili e di garanzia anche costituzionale.
Lo stato di agitazione in corso, che avrà anche un momento di pressione con lo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE PROCLAMATO PER IL PROSSIMO 20 OTTOBRE 2023, anche al Comune di Milano, vede dopo mesi di rapporti tesi persino con le segreterie dei sindacati concertativi Cgil Cisl Uil e Csa, piccati per l’inatteso silenzio alla lettera aperta inoltrata nei giorni scorsi e rimasta attualmente senza alcuna risposta, da parte del Sindaco e della Giunta meneghina, con una mobilitazione al prossimo consiglio comunale di Milano, con un presidio dalle 16 alle 19 davanti al Comune e in coincidenza con la convocazione della seduta consiliare, presidio che si prevede sia partecipato facendo compattare le varie sigle sindacali, nonché le Rsu interne. Diventa scontata la richiesta dei promotori del presidio, di essere ascoltati e convocati, non solo dalla Giunta Sala, ma dai consiglieri di maggioranza che non hanno preso una decisa posizione, sulle questioni sollevate dai dipendenti dell’Amministrazione comunale, nonché dalle organizzazioni sindacali.
Vedremo se la capacità di recupero del Sindaco Sala, degli Assessori, dello stesso Consiglio comunale milanese, sarà pari all’insoddisfazione delle organizzazioni sindacali concertative, abituate a vedere il seguito degli impegni e degli accordi sindacali sottoscritti, ma soprattutto delle legittime richieste del personale comunale, che in tutti questi ultimi anni, specie dopo il lockdown derivato dalla pandemia, garantendo i servizi basilari alla cittadinanza e utenza, si è sentita dire “vi abbiamo garantito lo stipendio intero…adesso basta stare a casa e tornate a lavorare (in presenza)”. Dopo i sacrifici fatti in carenza strutturale di organico, situazione che è comune a tanti Enti Locali (ndr a Roma Capitale ne mancano 8000 all’appello di dipendenti, per garantire i normali servizi in città, alla vigilia del Giubileo del 2025 e della probabile assegnazione di Expo 2023 alla Capitale con maggiore carico di impegni, attualmente la forza lavoro dipendente capitolina è meno di 24 mila unità, sui 32 mila necessari in base al rapporto dipendenti/residenti, circa 2.800.000 a Roma con oltre 1.200.000 di pendolari fissi per motivi di lavoro e di studio) per garantire servizi fondamentali a utenza e cittadinanza, il personale meneghino comunale si aspettava l’ottenimento di risultati dignitosi, alle rivendicazioni inoltrate sui tavoli di negoziazione e di trattativa, ricevendo invece esternazioni poco edificanti o in questo caso, un assordante silenzio. VEDREMO GLI SVILUPPI DI QUESTA MOBILITAZIONE, CON LA SPERANZA CHE SI SVILUPPI CON MAGGIORE FORZA, LA TENDENZA ALL’AUTORGANIZZAZIONE SINDACALE E ALLA ROTTURA DEL MODELLO DI GESTIONE CONCERTATIVA E DI STAMPO “COLLABORAZIONISTA” vista fin troppo spesso, nel comparto Funzioni Pubbliche Locali.

A cura di Usi Enti Locali aderente a Usi 1912 ricostituit

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