SULL'ESPERIENZA DI GOVERNO IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Trascorsi quasi due anni dall'ingresso in maggioranza, ed in giunta, nella Regione Emilia-Romagna è tempo che il Partito tragga un bilancio di tale esperienza, che ha rivelato nei fatti l'infondatezza di ogni illusione di spostamento a sinistra dell' assetto politico regionale.
La giunta regionale, nonché la maggioranza che la sostiene, ben lungi dallo svoltare a sinistra rispetto alla precedente gestione, che vedeva Rifondazione all' opposizione, ha continuato a seguire politiche liberiste e antipopolari:
- assunzioni interinali presso l'ente Regione;
- aiuti alle imprese;
- finanziamenti alle scuole private, che continueranno grazie alla nuova legge "Bastico", che ha avuto l'unico effetto politico di cancellare il referendum;
- grandi privatizzazioni come quella della Fiera di Bologna e, prossimamente, dell' aeroporto bolognese;
- nessun rilancio della sanità pubblica in regione;
- nessuna politica di "povertà zero" come annunciato in campagna elettorale;
- consulenze clientelari per miliardi.
In assenza di una radicale inversione di rotta (nei due mesi successivi alla elezione dei nuovi organismi dirigenti regionali), in particolare su temi cruciali come:
- la rinuncia alle privatizzazioni;
- l'abrogazione della legge Bastico;
- la cessazione della pratica di utilizzare lavoratori precari nell'ente Regione (regolarizzandone i contratti);
- l'impegno preciso e concreto per bloccare l'apertura dei CPT;
- una svolta radicale nella politica sanitaria e dei trasporti.
il congresso del PRC della Federazione di Bologna dà mandato agli organismi dirigenti del Partito, nonché ai propri apparati istituzionali, di interrompere l'esperienza di governo regionale fin qui intrapresa e di ricollocare il Partito all'opposizione, al fine di rilanciare in Emilia-Romagna una politica di alternativa anticapitalistica.