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    Roma: l’ACEA collabora con la politica criminale del governo israeliano

    L' Azienda romana per l’energia e l’acqua contribuirà allo sfruttamento delle acque palestinesi

    (29 Gennaio 2003)

    Nel dicembre scorso, un gruppo di imprenditori italiani è stato in Israele con il Viceministro per il Commercio Estero, Adolfo Urso di Alleanza Nazionale. Fra i manager che hanno stretto accordi in Israele c’era anche Paolo Cuccia, Amministratore Delegato dell’ACEA s.p.a.

    L’ACEA – società la cui maggioranza appartiene al Comune di Roma – collaborerà con gli Israeliani nello sfruttamento delle acque della regione.

    Il Parlamento Europeo ha votato una Risoluzione per la sospensione dell’associazione di Israele all’Unione Europea, a causa delle violazioni israeliane dei diritti umani; purtroppo, i governi nazionali non hanno dato seguito a quella Risoluzione, anzi l’Italia ha recentemente rinnovato gli accordi doganali con Israele. In questo quadro, la collaborazione ACEA – Israele assume il significato di un avallo alla politica criminale di Israele contro il popolo palestinese.

    La sottrazione dell’acqua ai Palestinesi e agli altri Paesi della regione (il Libano, per esempio) è un elemento fondamentale del colonialismo israeliano; non si contano le Risoluzioni dell’ONU che hanno condannato Israele e le sue rapine delle risorse naturali, prima fra tutte proprio l’acqua. Il fatto che un’azienda pubblica e quindi lo stesso Comune di Roma si rendano complici dei crimini israeliani è vergognoso.

    La collaborazione ACEA – Israele è inaccettabile. Il Comune di Roma deve assumersi le sue responsabilità: il Sindaco Veltroni non può continuare a parlare a vuoto di “pace” mentre un’azienda pubblica cittadina si rende complice dell’occupazione della terra, della rapina delle risorse naturali e della violazione quotidiana dei diritti del popolo palestinese.

    Chiediamo con forza che ogni accordo di collaborazione fra il Comune di Roma, le sue aziende e Israele venga sospeso fino a quando Israele non avrà ottemperato alle Risoluzioni dell’ONU, ritirando le truppe di occupazione e smantellando le colonie dalla Cisgiordania, da Gaza e da Gerusalemme est, riconoscendo il diritto al ritorno dei profughi palestinesi alla loro terra.

    Roma, 29.1.2003

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