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16.07.10 - Inaccettabile quello che sta succedendo nella Filcams di Bergamo

(16 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Venerdì 16 Luglio 2010 17:40
Siete tutti a conoscenza, con diverse interpretazioni, di quanto è successo alla Filcams di Bergamo dopo l’elezione di Roberto Rossi del settembre scorso e di tutto quello che è successo dopo. (...)

L’intervento che alcuni di noi hanno portato all’assemblea nazionale per la costituzione dell’area programmatica della Cgil che vogliamo (roma, 6 luglio u.s.) terminava con la preoccupazione di ritorsioni verso i compagni che non hanno seguito la linea del segretario Agazzi.
Dopo neanche due settimane purtroppo le “purghe” sono iniziate: ieri, convocandolo al bar e non nella sede sindacale (anche la forma è sostanza in certi casi…) il segretario Lorenzo Agazzi ha comunicato al nostro compagno Marco Micene che da settembre 2010 deve rientrare in azienda per questioni di bilancio.
Agazzi è della mozione “La Cgil che vogliamo” (ma è diventato segretario con i voti della mozioni Epifani) e anche Marco è della stessa mozione, ma ha un difetto incancellabile, quello di non aver mai sostenuto Agazzi; del resto, lo stesso segretario non ha mosso nessuna critica all’operato sindacale di questi 16 mesi del compagno Micene, ma nemmeno nessuna proposta alternativa gli è stata fatta, anche in considerazione dello stato di crisi in cui si trova l’azienda da cui Micene è in aspettativa. Va inoltre sottolineato che – proprio in questo stesso periodo - è stata ventilata la proposta di richiedere un’aspettativa per un altro delegato, proveniente dallo stesso Istituto di sorveglianza privata, luogo di lavoro del segretario, e decisamente più fedele alla linea.
Abbiamo chiesto alle segreterie Filcams regionali e locali e alla Cgil di Bergamo un incontro in cui discutere di questo atto, la cui gravità siamo certi che non sfugga a nessuno di voi, da qualsiasi parte vi siate schierati durante l’ultima fase congressuale.
Ci sembra doveroso informarvi di quanto è successo, anche perché continuiamo ostinatamente a credere che queste azioni non appartengano alla nostra organizzazione, e siamo certi che si troverà una soluzione adeguata per risolvere la situazione.

Giovanna Adamo, a nome anche dei funzionari e dei delegati che hanno condiviso la posizione espressa a Roma

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