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(24 Settembre 2011) Enzo Apicella
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Una risposta dovuta a Vittorio Feltri

lettera, finora non pubblicata, a Liberazione

(28 Marzo 2003)

Ieri Vittorio Feltri a "Domenica In", oggi il foglio reazionario chiamato Libero, attaccano Progetto comunista, sinistra del PRC, per aver rivendicato apertamente la sconfitta dell'aggressione imperialista all'Irak e "i più alti costi militari e politici per gli invasori". Nulla da eccepire e tanto meno da ritrattare.

Ma vi hanno aggiunto, come è loro costume, la punta calunniosa del veleno insinuando un nostro sostegno politico a Saddam Hussein. E ciò richiede una replica demistificante.

Come comunisti rivoluzionari siamo sempre stati oppositori intransigenti di Saddam Hussein. Anche quando il suo regime godeva dei sostegni politici e militari dell'Occidente e in particolare degli USA. Anche quando Saddam colpiva spietatamente i militanti trotskisti kurdi nell'indifferenza generale di tante coscienze liberali e delle forze maggioritarie del movimento operaio. Anche quando i dirigenti del PC irakeno, agli ordini di Mosca, sceglievano di sostenere quel regime e di entrare nel suo governo (1973) preparando così la tragica sconfitta del proprio partito e del movimento operaio irakeno.

In piena coerenza con questa posizione abbiamo rivendicato e continuiamo a rivendicare una rivoluzione popolare in Irak che rovesci il regime di Saddam Hussein a favore di un governo operaio e contadino: un governo che possa realizzare l'autentica liberazione del popolo irakeno, sospingere una più generale sollevazione araba contro i regimi corrotti e asserviti del Medio Oriente, minare la presenza imperialista nella regione a vantaggio di tutti i popoli oppressi, e innanzitutto del popolo palestinese.

Ma proprio questa prospettiva oggi richiede la sconfitta dell'aggressione imperialista anglo-americana all'Irak. L'imperialismo vuole rovesciare Saddam Hussein per interessi esattamente opposti a quelli del popolo irakeno: per impossessarsi del suo petrolio, instaurare il proprio governo fantoccio, rafforzare la propria dominazione in Medio Oriente contro tutte le rivendicazioni e ragioni della nazione araba. Una sconfitta militare e/o politica di questa operazione coloniale è dunque condizione decisiva di ogni prospettiva di Liberazione del popolo irakeno e arabo.

Per questo non ci attestiamo sulla parola d'ordine neutralista "né con Bush né con Saddam", ma rivendichiamo senza esitazione la difesa incondizionata dell'Irak dall'aggressione anglo-americana. Nonostante e contro Saddam Hussein.

24 marzo 2003

MARCO FERRANDO

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